Dal
24 al 31 luglio 2010 sono stata con il mio ragazzo a Brela, piccola
cittadina nella riviera di Makarska in Dalmazia.
Per
la terza volta la scelta delle vacanze è caduta sulla Croazia (nel
2005 siamo stati in Istria, nel 2008 a Pag) e questa volta abbiamo
deciso di vedere questa regione affascinante.
Siamo
partiti venerdì 23 sera e abbiamo dormito a Gorizia, dove il mio
ragazzo ha un appartamento di famiglia. Sabato alle 8.00 eravamo in
pronti. Abbiamo seguito stradine periferiche per evitare di pagare la
vigneta in Slovenia. Fortunatamente non abbiamo trovato molto
traffico nemmeno al confine tra Slovenia e Croazia. Alla frontiera ci
hanno consegnato una cartina della Croazia ed un opuscolo con
informazioni turistiche: un modo semplice e utile di darci il
benvenuto!
Siamo
arrivati a Brela verso le 16.00. Abbiamo subito individuato la strada
(la strada principale… o l’unica?) dove c’è Villa Dominik dove
avevamo prenotato un mini appartamento per la settimana. La
proprietaria parla un buon inglese e l’appartamento pur essendo
davvero molto piccolo soddisfa ampiamente le nostre esigenze. Si vede
che è praticamente nuovo, i mobili sono in perfette condizioni, la
luce è fornita da moderni faretti. In bagno ci sono pure gli
asciugamani. Nei giorni successivi abbiamo anche scoperto che una
signora veniva a pulire e svuotare i cestini… tutto per 55 euro a
notte, un prezzo direi buono per il servizio offerto. In Croazia si
può alloggiare anche spendendo molto meno ma trovando magari poca
pulizia o case decadenti. Noi siamo rimasti molto soddisfatti.
Visto
l’ora non perdiamo molto tempo ma andiamo subito alla scoperta
della spiaggia di Brela, le spiagge sono numerose e affascinanti,
acqua limpida e i pini che regalano ombra ai bagnanti, ma sono molto
strette e perciò affollatissime, ci fermiamo in un punto a caso per
fare il nostro primo bagno. Ma non restiamo per molto tempo e
preferiamo fare una bella passeggiata che ci porta fino a Punta Rata
dove poco dopo possiamo ammirare il famoso scoglio con alberi che
capeggia in molti depliant croati.
Andiamo
a casa e dopo una doccia e una pasta andiamo a fare un giro per il
paese (che poi coincide esattamente con il lungomare) cambiamo le
kune (consiglio di non cambiarle appena arrivati in Croazia, il
cambio non è mai troppo favorevole, conviene arrivare a destinazione
e guardare l’offerta. Tanto se proprio dovete comprare qualcosa gli
euro li accettano praticamente ovunque) e mangiamo una grande coppa
di gelato che però non assomiglia nemmeno lontanamente a quello
italiano!
Domenica
25 ci svegliamo e fuori il vento è fortissimo, il mare, che si vede
dalla porta del nostro appartamento, è agitatissimo. Decidiamo
allora di fare la nostra prima escursione fuori zona: destinazione
Bosnia-Herzegovina. Il viaggio non è proprio così corto come sembra
anche perché per prendere l’autostrada da Brela bisogna salire un
bel po’ per una strada piena di curve (dove incontriamo uno
scoiattolo a bordo strada), dopo l’autostrada si incontrano strade
secondarie, strette che rallentano il percorso. Il paesaggio però è
verde e affascinante.
Arriviamo
a Mostar e la periferia si presenta nella confusione tipica delle
città più grandi e non nasconde i segni di una guerra finita da non
molto tempo. Lasciamo la macchina nel parcheggio semi vuoto di un
pronto soccorso proprio a pochi passi dall’entrata alla città
vecchia ed è uno spettacolo. Si vede che è stata da poco sistemata,
tutto è bianco come la pietra di cui sono fatte case e strade.
Bellissimo anche se i negozi e i bar sono proprio solo turistici …
la passeggiata è piacevole, passiamo sul famoso ponte e spira un
vento fortissimo. Visitiamo anche una Moschea, piccola ma decorata in
modo piacevole. Mangiamo qualche schiacciatina e grissini che ci
siamo portati e decidiamo di bere qualcosa di fresco in un locale
costruito all’interno di una grotta. E’ un locale alla moda,
giovanile, con musica ad alto volume, negli arredi lo stile è quello
orientale ma nell’offerta si avvicina alla cultura occidentale
anche se in un spazio poco lontano si possono fumare narghilè.
Ritorniamo
verso la macchina e ci dirigiamo verso Medjgourie, dove però vediamo
solo il centro con la Chiesa. Purtroppo non avevamo con noi una guida
della zona e le indicazioni per il Crocifisso che lacrima dal
ginocchio non c’erano, inoltre la salita al Monte delle apparizioni
era di circa un’ora, tra andare e tornare si sarebbe fatto tardi.
Sicuramente è una gita da organizzare con gruppi religiosi che
permettono di immergersi maggiormente nell’atmosfera spirituale che
dalla via principale, troppo turistica, si respira molto poco.
Prossima
e ultima tappa: la cascata di Kravica a meno di 15 chilometri da
Medjgourie. Ci fermiamo appena vediamo un grande parcheggio e
proseguiamo, in discesa, a piedi per circa 15 minuti, in realtà si
può scendere anche con l’auto. Dall’alto lo spettacolo è
davvero bello! Un’imponente cascata compare in mezzo al verde della
vegetazione e si getta in un laghetto verdissimo. Dall’alto viene
proprio voglia di farsi il bagno, e infatti giù ci sono parecchi
bagnanti, 3 bar e tanta gente che prende il sole. Purtroppo questa
gente non è educatissima e per terra la pulizia non è totale. Io
metto i piedi in acqua e ovviamente la sento gelata. Mangiamo un
gelato e ritorniamo all’auto. Dopo la cena a casa siamo talmente
stanchi da non aver la forza per uscire.
Lunedì
26 lo dedichiamo alla spiaggia. Il vento è forte anche questa
mattina e il mare sembra ancora mosso. Avevamo adocchiato una
bellissima spiaggia all’altezza dello svincolo per salire verso
l’autostrada ma visto che richiede una lunga passeggiata rimandiamo
e proseguiamo verso Mimice. Lasciamo l’auto proprio vicino alla
spiaggia. La località sorge sul mare. L’acqua ha un colore
favoloso ma è troppo fredda. Sono appena le 9.30, ci godiamo la
tranquillità della spiaggia poco affollata. Restiamo un paio d’ore
poi decidiamo di spostarci verso una spiaggia di cui il mio ragazzo
aveva visto delle foto in internet, verso Tupice. Non sapendo con
certezza dove si trovi prendiamo una strada che scende verso il mare,
una sbarra ferma la discesa e un ragazzo chiede 50 kune per il
parcheggio sotto. Proviamo ad andare e decisamente non vale la pena
scendere, conviene lasciare l’auto poco sopra la sbarra e poi
scendere a piedi. La spiaggia sarebbe molto bella, purtroppo la
pineta che la precede è in uno stato pietoso: ci sono costruzioni
abbandonate, rifiuti sparsi, il bar sembra appena stato colpito da un
missile. Insomma: proprio una tristezza. Eppure è super affollato!
Proseguiamo un po’ a piedi sopra gli scogli, li la situazione è
più tranquilla e vivibile. Dopo un po’ incontriamo una micro
spiaggia bellissima! Sembra uscita da un catalogo viaggi. Siccome c’è
già qualcuno il mio ragazzo vuole provare a vedere se si trova
qualcosa più avanti e soprattutto se si raggiunge quella spiaggia di
cui aveva visto le foto. Ma dopo un po’ che camminiamo decidiamo di
tornare alla piccola spiaggetta. Passiamo li il pomeriggio, mangiando
qualche cosa che avevamo nello zaino e un gelato che il mio ragazzo
va a comparare al bar della spiaggia grande. Il posto è davvero un
piccolo incanto. L’acqua è fredda ma limpida, con tanti pesciolini
che per la prima volta posso fotografare visto che un nostro amico ci
ha prestato la custodia subacquea per la macchina fotografica. Questa
spiaggia è Fkk ma quando ci siamo stati noi erano più quelli con il
costume (come noi) che quelli senza. Quando siamo abbastanza cotti
dal sole rientriamo a Brela. La sera facciamo un giretto sempre a
Brela
Martedì
27 seconda gita: Parco Nazionale delle cascate di Krka. Mi ero
documentata e credendo di fare la scelta giusta ci dirigiamo a
Skradin da dove c’è una delle possibili entrate al parco. Né la
guida né le indicazione che avevo trovato in internet erano state
troppo chiare su quale fosse il modo migliore per visitare al meglio
il parco. Diciamo che esistono due modi: il battello da prendere a
Skradin e che permette di visitare entrambe le cascate e l’isola di
Visovac; oppure si usa l’auto e una volta visitata una cascata si
va all’altra. Non sapendolo arrivati a Skradin non abbiamo preso il
battello ma abbiamo parcheggiato poco più su del centro del paese
dove esiste un’entrata al parco. Il ragazzo addetto del parco che
ci accoglie all’ingresso ci dice che a piedi la prima cascata
distava 4 km, così decidiamo di fare una bella passeggiata, il
sentiero è semplice, si costeggia il fiume krka, direi che è
piacevole. Abbiamo incontrato moltissimi ciclisti che avevano
affittato la bici a Skradin. La cascata è imponente, è possibile
fare il bagno ma a noi non ha fatto venire voglia di immergerci…pur
essendo tutto molto bello. Abbiamo seguito il percorso di circa
un’ora che permette di vedere la cascata da vari punti di vista e
ammirare anche i resti della seconda (per data di nascita) centrale
idroelettrica al mondo.
Concluso
il giro abbiamo mangiato i panini che c’eravamo portati da casa e
siamo tornati all’auto. Il ragazzo che ci aveva accolto ci dice che
per vedere l’altra cascata e il lago bisogna fare in auto 50 km di
strade secondarie. L’idea non ci piace e decidiamo di fare una
passeggiata a Trogir, tra l’altro il tempo si sta facendo
minaccioso e infatti dopo poco il nostro arrivo incomincia a piovere!
Trogir è davvero un piccolo gioiello, la periferia è quella di un
centro turistico trafficato e caotico, ma il centro storico è
incantevole. Si visita rapidamente ed è piacevole passeggiare
peccato per la pioggia che un po’ ha rovinato l’atmosfera, per
fortuna è durata poco. Cambiamo altri euro visto che il cambio è
qui molto favorevole e io compro al mercato davanti alla porta di
accesso al centro storico un po’ di frutta. Torniamo a casa
abbastanza soddisfatti anche se io sono amareggiata della visita
parziale fatta a Krka.
La
sera andiamo a Baska Voda in auto, e paghiamo il parcheggio,
scoprendo solo tornando indietro a fine serata che dal nostro
appartamento in 15 minuti a piedi si raggiunge Baska Voda. Questa
cittadina è più grande di Brela quindi offre più locali e qualche
negozio in più. Il lungomare è carino con un bel porticciolo.
Mangiamo palacinke (crepes) alla nutella: buone ma davvero pesanti.
Mercoledì
28 affrontiamo la discesa alla bella spiaggia che avevamo notato dal
primo giorno. Lasciamo l’auto al lato della strada litoranea e
iniziamo la discesa. Il tutto dura più di 30 minuti, la discesa
all’inizio piacevole, diventa sempre più impegnativa e direi un
po’ pericolosa. Il percorso non è segnato in modo chiarissimo,
bisogna prestare attenzione o si rischia di perdersi. Riusciamo
comunque ad arrivare sani e salvi alla spiaggia dove troviamo già
qualcuno con la barca. Noi ci sistemiamo a metà vicino ad un
ruscello d’acqua che dalla base della montagna va al mare. Nel
corso della giornata capiremo di non aver fatto la scelta migliore
visto che tutti i bambini che passano per la spiaggia trovano
(giustamente) questo il luogo ideale per giocare. La spiaggia è
davvero bellissima, sassi bianchi, acqua pulita e cristallina. Solo
qualche rifiuto portato dall’acqua in alcuni angoli della spiaggia.
La giornata passa tra bagni di sole e di mare. Ci cimentiamo ancora
con le foto subacquee. Il ritorno all’auto è faticoso quanto la
discesa ma meno pericoloso. Dopo cena breve passeggiata a Brela.
Giovedì
29 la meta per oggi è lontana: Dubrovnik! Andiamo per l’autostrada
fino a Ravca, poi stradine e infine la litoranea. Il paesaggio da
Opuzen in giù è bellissimo tanto che temo che il mio ragazzo mi
rinfacci il fatto che lui avrebbe preferito alloggiare per tutta la
settimana vicino a Dubrovnik. La penisola di Peljesac che si ammira
per tutta la sua lunghezza sembra un piccolo paradiso per diportisti
ma anche più giù la miriade di isole presenti è davvero un bello
spettacolo. Ci fermiamo per fare foto panoramiche. Bisogna passare
due volte il confine, visto che si passa l’unica località bosniaca
sulla costa: Neum, ma c’è un po’ di coda solo entrando in
Bosnia, mentre uscendone non c’è nemmeno una vera e propria
frontiera.
Arrivati
a Dubrovnik parcheggiamo e ci dirigiamo verso la città vecchia. Devo
dire che mi ha colpito moltissimo, è davvero molto bella. Queste
pietre bianche sono piacevolissime da vedere e rendono la cittadina
elegante. Ovviamente lo stradun è pieno di turisti (molti gli
italiani).
Facciamo
un giro e poi cerchiamo un posto dove mangiare, i prezzi sono uguali
a quelli italiani. Ci sediamo in una pizzeria (Mea Culpa) dove
mangiamo una pizza davvero “pesante”, loro mettono formaggio al
posto della mozzarella, in più questa pizza era abbastanza alta e
corposa, buona ma a metà ero già piena. Sono riuscita a finirla
solo con grande sforzo. Dopo pranzo avevamo intenzione di fare il
giro delle mura (quasi 2 chilometri) ma l’orario era quello
peggiore (14.00 circa) e nessuno dei due era molto in vena. Siamo
allora tornati all’auto e su consiglio della guida che avevo preso
in biblioteca andiamo verso sud, a pochi chilometri c’è uno
spiazzo da dove si può ammirare tutta la città circondata dalle
mura!!! Bella vista e bello spettacolo. Riprendiamo l’auto dopo un
po’ di foto e torniamo verso nord, vogliamo fermarci in una delle
spiagge che abbiamo ammirato andando verso Debrovnik. Fermandoci un
paio di volte per capire se dovevamo andare avanti o se fossimo
arrivati dove volevamo, alla fine troviamo la nostra spiaggia da
cartolina, un istmo di terra che si protende sul mare, qualche
piccolo sasso, acqua e un isolotto alberato attaccato. Magnifico. Con
una “passeggiata” di 10 minuti scendiamo. C’erano solo due
coppie, subito dopo di noi arrivano altre 6 persone. Il posto è
davvero incantevole e mi rammarico di non avere con me la custodia
subacquea per la macchina fotografica: la vegetazione acquatica è
diversa da quella della zona di Brela…peccato! Ci godiamo un
bagnetto, ci riposiamo un po’ e poi ci mettiamo in macchina visto
che ci attende un lungo ritorno. Questa volta decidiamo di percorrere
tutta la litoranea è in effetti ci mettiamo meno dell’andata anche
perché, fortunatamente, non troviamo traffico. La sera non abbiamo
le forze per uscire.
Venerdì
30 lo avremmo voluto dedicare interamente al mare ma c’è maltempo,
la mattina i nuvoloni sembrano incombere ma non piove, facciamo una
passeggiata fino allo scoglio simbolo di Brela per fare un po’ di
foto. Pranziamo presto perché visto che non ha piovuto vogliamo
andare in spiaggia presto. Ma alla fine perdiamo molto tempo a
cercare una spiaggia dopo Makarska che non troviamo, torniamo delusi
a Brela e ci distendiamo un po’ proprio sotto il nostro
appartamento, c’è vento, il sole è coperto e l’acqua è
ghiacciata: niente ultimo bagno!
Torniamo
a casa e dopo una doccia usciamo per andare a cena a Baska Voda,
senza auto al seguito. Camminiamo e guardiamo con attenzione le
pizzerie e i ristoranti per scegliere bene dove cenare. Alcuni
locali, molto carini, sono però troppo pretenziosi per il nostro
carattere e soprattutto per le nostre tasche. Alla fine scegliamo il
Papagaj e ci sediamo fuori. La cameriera conosce l’italiano.
Scegliamo di prendere anche un aperitivo e io chiedo “quello che
bevono i croati”, torna con un bicchiere largo riempito come se
fosse un liquore da una bevanda scura. Non favolosa ma accettabile.
Prendiamo le pizze e sono esattamente l’opposto di quelle mangiate
a Dubrovnik: leggere e fine, davvero molto buone. Abbiamo speso poco
e mangiato bene, ci hanno anche offerto una grappa a fine pasto. Da
consigliare. Abbiamo proseguito la serata con una passeggiata e una
pastina per Giuseppe, una palacinka per me.
Sabato
31 abbiamo lasciato Brela sotto un’abbondante pioggia. Il ritorno è
stato abbastanza tranquillo dato il poco traffico contrariamente a
quanto ci aspettassimo!
Consiglio
di visitare queste zone perché davvero piacevoli, ma se potete
scegliere sono certa che a giugno o inizio settembre si possa godere
di più delle piccole ma belle spiagge di Brela. La zona offre poi
tantissime possibili escursioni (bisogna però mettere in conto tanta
benzina e ore in auto), una settimana è davvero troppo poco per
poter apprezzare al massimo questa regione estesa e, soprattutto,
ricca di storia e di panorami mozzafiato!
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