sabato 24 giugno 2023

Due notti al Rifugio Antermoia

 Da tempo volevamo effettuare un'escursione al Lago Antermoia in Val di Fassa. La distanza ci ha portato a decidere di alloggiare almeno una notte in zona. Non avendo mai effettuato passeggiate sul Catinaccio abbiamo deciso di dedicare 3 giorni con iniziale idea di dormire in 2 rifugi diversi. Per una serie di concause abbiamo alla fine pernottato nello stesso Rifugio entrambe le notti. 

Venerdì 16 giugno siamo arrivati a Fontanazzo (di Fassa) verso le 10.30 (dopo una sosta per un caffè nell'unico bar senza brioche dell'arco alpino) e abbiamo lasciato l'auto in un piccolo parcheggio gratuito. 

Abbiamo preso il sentiero 577 per la Val di Dona. Tra le possibili ascese al Rifugio Antermoia questa è una delle più brevi ma con pendenza significativa. Sicuramente è un bel percorso che però consiglio solo in salita in quanto quella pendenza in discesa risulta sicuramente faticosa (questo vale per chi come me soffre molto più la discesa della salita).

Il percorso in parte nel bosco giunge al piccolo e bellissimo Rifugio Dona dove abbiamo pranzato e ci siamo riposati. Peccato per il vento molto forte. 

Da quel punto in poi il percorso si fa più tranquillo e il panorama inizia ad aprirsi. Bisogna poi affrontare la salita al Passo Dona, giunti al passo ecco comparire il Rifugio Antermoia in mezzo ad un paesaggio brullo e lunare. 

Arrivati al Rifugio dopo 8.5 km e 1150 metri di dislivello in circa 3 ore ci siamo sistemati nella stanza che avevamo prenotato e siamo usciti per vedere il LAGO. Che dire? Molti laghi alpini sono affascinanti ma vedere questo specchio d'acqua praticamente senza altre persone intorno è stato molto bello. Abbiamo fatto molte foto anche se il tempo era leggermente coperto. 


Dopo una buona e abbondante cena, costatando non fosse possibile stare fuori senza una giacca a vento, siamo andati a dormire.

La mattina di sabato ci siamo alzati presto e dopo colazione, alle 8.00 eravamo già pronti per partire per la nostra escursione. 

Ingenuamente, fidandoci dei tempi normalmente previsti per percorrere il sentiero fino al Rifugio Vajolet, siamo partiti convinti di poter valutare la salita al Rifugio Re Alberto.

In realtà dopo 1 h eravamo ancora al Vallon di Antermoia, un po' per via delle foto al lago e un po' perché la presenza di molta neve non permetteva una facile passeggiata. La salita al Passo Antermoia poi è durata un'altra ora tra neve e rocce. La vista dalla Forcella è qualcosa di magico! Abbiamo scattato foto e visto che il telefono non prendeva la linea al Rifugio ma lì invece c'era abbiamo approfittato per comunicare con il mondo. 

Lentamente abbiamo iniziato la discesa verso il Passo Principe. Il problema è che il sentiero ufficiale, del quale ho visto delle immagini e non presenta particolari criticità oltre ad essere abbastanza breve, non era percorribile per la neve e i tracciati percorsi da altri escursionisti davano varie possibilità di discesa. Io non amo le discese ripide e ci trovavamo davanti ad un ghiaione da attraversare con tratti di neve dove i ramponcini si sono dimostrati assolutamente indispensabili.

2 ore per la discesa! Un tempo da record (negativo)!!!

Dal Passo Principe il sentiero per i Rifugio Vajolet e Preuss era libero e abbiamo iniziato una discesa veloce e molto panoramica. Abbiamo pranzato al Rifugio Vajolet già proiettati al ritorno, io in particolare in panico perché non ero convinta di poter affrontare nuovamente quel percorso. L'alternativa però sarebbe stata troppo lunga (escludendo la possibilità di salire dal Passo delle Scalette avremmo potuto scendere al Gardeccia e poi a Pera di Fassa. Da lì prendere un mezzo per Fontanazzo o Campitello e risalire all'Antermoia). Dopo un brevissimo riposo mi sono messa in marcia affrontando più velocemente possibile il primo tratto fino al Passo Principe che non comportava alcuna difficoltà. Abbiamo bevuto un caffé e mangiato un pezzo di torta nel caratteristico rifugio e abbiamo iniziato la faticosa salita sul ghiaione. Speravo fosse più semplice della discesa ma con la neve molliccia per la temperatura e alcuni tratti particolarmente pendenti che costringevano ad una vera scalata abbiamo raggiunto il Passo Antermoia comunque in 2 ore... Da lì la discesa è stata un po' più semplice ma la stanchezza mi ha rallentato molto e l'arrivo al Rifugio è stato una liberazione. Soprattutto perché siamo giunti giusto in tempo per la cena con 10 ore totali di attività!

Il tracciamento ha segnato quasi 21 km per 800 metri di ascesa, ma credo che dipenda dal fatto che Giuseppe è dovuto tornare spesso sui suoi passi per recuperarmi quindi credo che i km effettivi siano stati meno, significativa però la differenza del percorso in quei giorni rispetto a quello ufficiale estivo molto più corto.

Domenica dopo colazione e un rapido saluto al lago inizia il nostro rientro, prima raggiungiamo il Passo Dona, poi abbiamo preso il bivio per la Val Duron, abbiamo raggiungo il Passo Ciaregole e la bellissima Baita Lino Brach dove ci siamo riposati e abbiamo fatto una piccola seconda colazione.

Abbiamo raggiunto il Rifugio Micheluzzi e poi ci siamo diretti a Campitello di Fassa per rientrare al parcheggio di Fontanazzo dove ci aspettava l'auto. 12 km per 1100 metri di dislivello in discesa.

Che dire? L'ambiente e i panorami del Catinaccio sono effettivamente magnifici come descritti da altri prima di me, i percorsi non sembrano troppo complicati ma sicuramente in quei giorni abbiamo trovato condizioni non ancora ottimali. Il lato positivo è stato certamente vedere quei luoghi non troppo affollati e quindi goderne in tranquillità.

domenica 11 giugno 2023

Prima escursione in solitaria: Lago Boè da Arabba

Dopo qualche tempo impegnati in altro e con il tempo che faceva le bizze, siamo tornati in montagna sabato 27 maggio, andando a pranzare al Rifugio Bruto Carestiato, partendo da Malga Framont, dove eravamo stati a febbraio 2020 e trovando l'ambiente bello e la cucina genuina come ricordavamo. Sentiero breve e affascinante sotto le pareti della Moiazza.

Il weekend del 2 giugno sono stata a Reggio Emilia ospite di una cugina di mia mamma, ho visitato Brescello, famosa per essere stata la città di ambientazione dei film di Don Camillo e Peppone, e la casa dei fratelli Cervi a Gattatico. Poi ho dedicato una mattinata a Reggio Emilia con visita al Museo del Tricolore, alla Galleria Parmeggiani, e alla Casa dei Musei.

 
Ma in questo articolo voglio parlarvi di sabato 11 giugno. Giuseppe ha partecipato al Sella Ronda Bike Day e io ho approfittato per fare salire con lui in auto e fare un'escursione partendo da Arabba.

Ho percorso un anello che mi ha portato prima a Plan Boè, poi molto lentamente al Lago Boè. Mi sono fermata a prendere da bere alla Funivia Boè e da lì ho seguito il sentiero per il Passo Campolongo rientrando poi ad Arabba.

14 km totali per 600 mt di dislivello positivo in 4 ore e 10 di cammino. 


Inizialmente volevo passare per i Bec de Roces belle formazioni rocciose e valutavo la possibilità di arrivare al Rifugio Kostner. Considerando che i nuvoloni minacciosi sono comparsi già dopo 40 minuti dall'inizio della mia escursione, che Giuseppe mi diceva di aver preso la grandine ho preferito evitare il rifugio, decisamente lontano con salita ulteriore abbastanza impegnativa. I bec de Roces invece li ho "evitati per errore". La salita era abbastanza impegnativa anche se costante. 


La mia lentezza nel tratto in prossimità del bivio mi ha portato a scegliere di andare direttamente al Lago pensando di passare al ritorno verso i bec de roces. Conto però di tornare per raggiungere il Rifugio, in quell'occasione sicuramente visiterò anche le formazioni rocciose.


Il percorso non presentava difficoltà tecniche ma richiede sicuramente un certo grado di impegno in quanto la salita in alcuni tratti ha una pendenza significativa, inoltre ho incontrato un paio di zone con la neve.
 
















Nel complesso sono stata molto contenta, il panorama era meraviglioso e ho potuto passeggiare quasi sempre in completa solitudine ammirando paesaggio, rumori della natura e salutando qualche marmotta.