Sabato 21 giugno 2025, approfittando dell'evento Dolomiti Bike Day a cui Beppe ha partecipato con la sua bici da strada, sono tornata in montagna per una delle mie escursioni in solitaria.
Per vari impegni e problemi erano 3 mesi che non vedevo le mie amate vette. Pertanto ero in fibrillazione come un drogato in crisi di astinenza.
Da Passo Falzarego ho preso il sentiero 424 per il Passo Valparola, c'erano nuvole basse e ancora un po' di foschia. Ma immergermi in un sentiero deserto nonostante si trovi a pochi passi dalla strada mi ha dato subito tanta serenità. Arrivata al Forte della Prima Guerra Mondiale, sede di un Museo, ho seguito la strada asfaltata per giungere al Rifugio Valparola e bere un caffè.
Con qualche difficoltà nel trovare l'inizio del sentiero 20a ho iniziato a dirigermi verso il Rifugio Scotoni. E fortunatamente il meteo ha iniziato a sorridermi e le nuvole si sono diradate.
Il percorso non è particolarmente lungo e non presenta particolari difficoltà. Solo un paio di punti bisogna prestare massima attenzione, bisogna infatti affrontare alcuni tratti brevi di ghiaione. Inoltre ci sono altri due punti in cui non è chiaro dove prosegue il sentiero e il rischio è di uscire troppo dal tracciato. Il dislivello totale che ho affrontato è di 300 metri ma sono quasi interamente concentrati in un punto che quindi diventa quello più faticoso. Una salita ripida con piccoli tornanti su roccetta. Fossi stata in compagnia probabilmente ci avrei messo anche di più ad affrontarla. Una volta superata però la soddisfazione è stata totale. Il paesaggio, sempre deserto, che mi si è presentato mi ha emozionata enormemente. Panorama favoloso e quiete verde.
Dopo essermi goduta alcuni momenti di puro relax e gioia, ho proseguito quasi interamente in discesa.
Il benvenuto al Rifugio me lo hanno regalato due bellissimi alpaca.
Due ore e 10 di cammino effettivo (anche se facendo foto non sempre stoppavo l'orologio) per 6.7 km e i 300 metri di dislivello di cui vi parlavo.
Ero già stata, settembre 2020, in quel Rifugio durante un escursione ad anello da Capanna Alpina per Forcella Lagazuoi. Me lo ricordavo molto carino e lo confermo. Mi sono seduta, ho mangiato fragole e mirtilli con yogurt e ho bevuto acqua e sambuco. Mi sono riposata e ho fermato i miei pensieri nel mio quaderno. Ho quindi ripreso il cammino per scendere a Capanna Alpina, seguendo poi il sentiero per la località Sciarè.
Quasi 4 km per 57 minuti di cammino, dislivello in discesa...tanto per le mie ginocchia, sicuramente almeno 400 metri.
Ancora una volta camminare da sola mi ha regalato emozioni bellissima, mi stimola ad essere più forte, mi obbliga a non lamentarmi, mi costringe a trovare soluzioni. Penso tiri fuori la parte migliore dell'Elisa "camminatrice".
Non dico che mi piace di più camminare sola che con amici, ma mi piace in modo diverso. Sono due modi diversi di vivere la montagna, entrambi nobili e arricchenti. Non potrei rinunciare a nessuna delle due.
Chiudo dicendo che se una cosa ci piace, ci appassiona, l'amiamo fare, dobbiamo farla! Dobbiamo trovare il modo di vivere le nostre passioni anche se non abbiamo sempre qualcuno con cui condividerle.
A volte possiamo pensare che fare le cose da soli sia da sfigati, io credo che rinunciare a esaudire nostri desideri perché siamo da soli sia da sfigati!
Voi che ne pensate?